TRE CIOTOLE
Dopo quello che sembrava un banale litigio, Marta e Antonio si lasciano. Marta reagisce alla rottura chiudendosi in sé stessa. L’unico sin tomo che non può ignorare è la sua improvvisa mancanza di appetito. Antonio, chef in rampa di lancio, si butta sul lavoro. Eppure, sebbene sia stato lui a lasciare Marta, non riesce a dimenticarla. Quando Marta scopre che la man canza di appetito ha più a che fare con la propria salute che con il dolore della separazione, tutto cambia: il sapore del cibo, la musica, il deside rio, la certezza delle scelte fatte.
Tratto dall’omonimo libro di Michela Murgia
Autore Isabel Coixet
IT/ES 2025
Durata 122 minuti
con Alba Rohrwacher, Elio Germano, Francesco Carril, Giorgio Colangeli
RESTO QUI
Trina ed Erich. Una giovane donna, un uomo. Due voci. Due testimoni. Due vittime. Siamo a Curon in Val Venosta. Pochissimi chilometri dal confine con l’Austria. Il bellissimo romanzo di Marco Balzano Resto qui diventa un racconto teatrale a due personaggi e molte più voci, grazie ai corpi e alla maestria di Arianna Scommegna e Mattia Fabris: sono Trina ed Erich, testimoni, vittime, all’occorrenza sono pure carnefici.
Sono i testimoni di un’intera comunità spazzata via in nome del progresso e di una diga che non è servita quasi a nulla, se non a cancellare la vita di alcune centinaia di famiglie che avevano resistito a tutto, compreso Prima e Seconda guerra mondiale, cambio di nazionalità, fascismo e opzioni. «Attraverso un incastro drammaturgico di parti narrate e dialoghi, si dipana questo ennesimo pasticciaccio brutto della storia d’Italia. Un allestimento semplice, snello: come avrebbe scritto Melville, antico e malinconico. Storia di mani sporche e tenacia, rabbia, violenza e rimorsi. Disegni. Storia di donne e uomini semplici che non hanno accettato la resa e ora – davanti al Tribunale dell’Umanità e per una figlia che non c’è più – ripercorrono la loro lunga e umiliante sconfitta» scrive Francesco Niccolini, autore e regista del testo teatrale.
I due protagonisti, marito e moglie, raccontano ognuno a modo proprio una versione della storia: tra Fontamara e Rashomon, saranno due versioni in parte coincidenti, in altra parte tasselli diversi e complementari che andranno a comporre il quadro livido e doloroso, ma pieno di dignità, da offrire al pubblico. Perché si può perdere la battaglia, ma non essere degli sconfitti: proprio questo accade a Trina.
di Marco Balzano
adattamento teatrale e regia Francesco Niccolini
con Arianna Scommegna e Mattia Fabris
scene Antonio Panzuto
costumi Emanuela Dall'Aglio
luci Alessandro Verazzi
musiche originali Dimitri Grechi Espinoza
produzione Teatro Stabile di Bolzano, Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa
ARGO
Storia di Argo «è un “piccolo grande libro” che ti colpisce dritto al cuore. Ti fa venire voglia di entrare in quelle vicende, scoperchiando il taciuto, dando voce ai silenzi, riscoprendo la Storia. Il desiderio di Maria Ariis – una delle straordinarie interpreti dello spettacolo - è, dunque, divenuto anche il mio. Tradurre tutto questo in scena. Fare memoria attiva ed emotiva è compito del teatro. E ognuno nella vita può incontrare Argo, quel cane che ti ricorda chi sei e da dove vieni» scrive Serena Sinigaglia, regista di questo nuovo spettacolo. Eccellente scrittrice e traduttrice, Ciani ha vissuto da bambina l’esodo da Pola, in Istria, dopo la Seconda guerra mondiale e racconta quello strappo con delicatezza, attraverso la separazione dal suo cane York. York come Argo, il cane di Ulisse, simbolo di “casa”, di attesa e di fedele amicizia. Il suo romanzo Storia di Argo ha il respiro della poesia, non cade mai nella polemica o nel saggio. Sinigaglia lo traduce in scena come un confronto fra generazioni: una nonna che l’esodo l’ha vissuto, una madre che lo conosce dalla madre e una figlia che non ne sa niente si confrontano oggi, in maniera intima e umana, su quel pezzo di storia: la dimensione familiare a confronto con quella storica, ieri, oggi, domani.
liberamente ispirato al romanzo Storia di Argo
di Mariagrazia Ciani
testo originale di Letizia Russo
regia Serena Sinigaglia
con Ariella Reggio, Maria Ariis, Lucia Limonta
scene Andrea Belli
costumi Valeria Bettella
luci e suono Roberta Faiolo
assistente alla regia Michele Iuculano
produzione Il Rossetti Teatro Stabile Del Friuli Venezia Giulia, Teatro Stabile di Bolzano
IL LAGO DEI CIGNI
Celebre titolo del grande repertorio classico, Il lago dei cigni narra la storia d’amore tra il principe Siegfried e Odette, principessa trasformata in cigno dal perfido mago Rothbart. Tra grandi feste di corte, scene d’amore incantate, sortilegi e inganni, questo grande titolo porta in scena tutto il fascino del balletto e della tecnica classica, narrando una delle avventure d’amore più importanti della storia del teatro.
Il prestigio e la notorietà senza tempo raggiunti da Il lago dei cigni sono esaltati dalla musica ispiratrice di Pëtr Il'ič Čajkovskij e dalla grande inventiva ed espressività delle coreografie di Marius Petipa, qui reinterpretata da Marco Batti, direttore artistico del Balletto di Siena. La genialità del suo potenziale coreografico e artistico culmina nel tradurre la relazione tra il corpo umano e le movenze dei cigni.
Balletto di repertorio classico in tre atti e quattro quadri
primi ballerini Chiara Gagliardo, Filippo Del Sal, Giuseppe Giacalone
ballerini solisti Elena Badalassi, Matilde Campesi
coreografie originali Marius Petipa
riallestimento coreografico Marco Batti
musiche Pëtr Il'ič Čajkovskij
costumi Jasha Atelier, Nataliia Dolyk
light designer Giovanni Monzitta
scenografie S.I.R.T. srl
produzione Balletto di Siena
durata: 120 minuti
GIOVANNA DEI DISOCCUPATI - Un apocrifo brechtiano
Dopo aver scritto e interpretato un fortunato apocrifo del Ruzante, Natalino Balasso si confronta ora con Bertolt Brecht, tentando di riportare lo spirito critico del drammaturgo tedesco nel contesto complesso e ambiguo del presente.
«Non possiamo sapere cosa scriverebbe Brecht oggi», afferma Balasso. «Ma certi orrori e meccanismi di dominio sono ancora attuali, solo con nuove maschere: l’algoritmo al posto del padrone, le multinazionali al posto degli stati, una società che isola l’individuo in nome del consumo e dell’apparenza.»
In Giovanna dei disoccupati, i personaggi brechtiani si muovono in un nuovo scenario ma restano immersi nei rapporti di potere. La protagonista, Giovanna Darko, si oppone a un mondo dominato da magnati e lobby, tra cui il famigerato Pierpont Mauler, i suoi sottoposti, e la spietata Graham, regina del lobbismo globale. Ma la sua "comunità social-socialista" rischia di essere solo una rete di monadi illuse di far parte di una tribù.
Lo spettacolo riflette così sul vero dramma contemporaneo: l’illusione di comunità in un mondo sempre più disgregato e dominato da dinamiche invisibili ma pervasive. L’economia, la tecnologia e la comunicazione diventano strumenti di controllo più sottili ma altrettanto feroci.
Con umiltà e ironia, Balasso presenta questo “apocrifo brechtiano” come un testo scritto sotto dettatura, nel segno del teatro che, come diceva Gramsci, «getta bombe nei cervelli». Un’opera che diverte, provoca e invita a riflettere sulla nostra condizione collettiva.
di e con Natalino Balasso
e con Giovanni Anzaldo, Marta Cortellazzo Wiel, Roberta Lanave
regia Andrea Collavino
scene Anusc Castiglioni
costumi Sonia Marianni
luci Cesare Agoni
drammaturgia Natalino Balasso
cura musicale Celeste Gugliandolo
produzione Centro Teatrale Bresciano, Teatro Stabile di Bolzano, Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale
LU SANTO JULLARE FRANCESCO
Lu santo Jullare Francesco di Dario Fo è una fabulazione teatrale sulla vita di San Francesco d’Assisi, costruita nel linguaggio del grammelot e nello stile del Mistero Buffo. Atto di narrazione potente e giocosa, lo spettacolo nasce dall’intreccio tra leggende popolari, testi trecenteschi e documenti riscoperti, offrendo un ritratto non agiografico del “Giullare di Dio”.
Fo racconta un Francesco umano e rivoluzionario, che si spoglia di ogni ricchezza per vivere tra i diseredati, predicando a uomini, animali e natura un messaggio di fraternità e pace. Un santo che canta la vita nel Cantico delle Creature e che con il sorriso sfida il potere. La sua figura si fa favola, satira e spiritualità, in una narrazione che diverte e commuove.
A dar voce a questo viaggio sarà Ugo Dighero, attore carismatico e già interprete di Mistero Buffo con l’approvazione dello stesso Fo. Dighero diventa oggi il giullare ideale per celebrare l’ottavo centenario della morte di San Francesco e i dieci anni dalla scomparsa di Dario Fo, in un 2026 carico di significati simbolici.
Lo spettacolo non può ignorare un fatto epocale: nel 2013, il cardinal Bergoglio ha scelto, per la prima volta nella storia papale, il nome di Francesco. Un gesto emblematico e politico, ispirato al santo della pace, della povertà e della custodia del creato.
Seguendo l’eredità di Fo, la messa in scena si muove su due piani: il racconto del santo medievale e la riflessione sulla riforma della Chiesa di oggi, incarnata da Papa Francesco.
di Dario Fo
con Ugo Dighero
adattamento e regia di Giorgio Gallione
scene e costumi Lorenza Gioberti
disegno luci Aldo Mantovani
coproduzione Teatro Stabile di Genova, CMC/ Nidodiragno
con la collaborazione del Teatro della Juta
PUCCINI’S OPERA - Voci di donne
Bohème, Turandot, Tosca, Butterfly
La Compagnia Artemis Danza, diretta da Monica Casadei, dedica questo progetto artistico a un’indagine e un’interpretazione contemporanea di quattro affascinanti eroine di Giacomo Puccini: Tosca, Madama Butterfly, Mimì e Turandot.
La comprensione della musica pucciniana passa dall’analisi del suo profondo rapporto con il mondo femminile. Nei quattro quadri che compongono Puccini’s Opera, ritroviamo la lettura personale di Casadei sul tema del femminile che è posto al centro di un processo di reinterpretazione coreografica, visiva e musicale.
L’amore tragico, l’amore contrastato e osteggiato, l’amore crudele che annienta, la bramosia di possesso che porta alla distruzione, vivono nei volti, nei corpi, nei gesti della Compagnia e non smettono di farci riflettere sull’attualità di storie che hanno commosso il pubblico di tutto il mondo.
La creazione è permeata di un’atmosfera struggente, colma di tensione e suggestione poetica. Alla partitura orchestrale di Puccini si contrappongono le tracce elettroniche dei compositori Luca Vianini e Fabio Fiandrini che disegnano uno spazio sonoro avvolgente e a tratti apocalittico.
Una danza corale, gonfia di impulsi e passioni, istintiva e a tratti selvaggia, che fa un uso vorticoso dello spazio e appare, anche simbolicamente, come visivamente piena: assoli protetti da cornici di insiemi in una dinamica accelerata da forze propulsive fanno vivere nel corpo e nelle viscere il dramma e le passioni delle protagoniste.
coreografia, regia, scene, luci e costumi Monica Casadei
musiche Giacomo Puccini
elaborazione musicale Fabio Fiandrini
produzione Compagnia Artemis Danza
coproduzione Fondazione Teatro Comunale di Ferrara
con il contributo di MiC - Ministero della Cultura, Regione Emilia-Romagna - Assessorato alla Cultura, Comune di Parma
GUARDA LE LUCI, AMORE MIO
Siamo una comunità di desideri, non di azione
Guarda le luci, amore mio è tratto dall’omonimo libro della scrittrice francese Annie Ernaux, vincitrice del Premio Nobel per la letteratura nel 2022. Ernaux, una delle voci più autorevoli della cultura contemporanea, nel 2012 scelse di portare alla luce uno spazio ignorato dalla letteratura, eppure formidabile specchio della realtà sociale: l’ipermercato. Ne nacque un diario in cui registrò per un anno le visite al «suo» Auchan, annotando le contraddizioni e le ritualità, ma anche le insospettate tenerezze, di quel tempio del consumo. Da questa «libera rassegna di osservazioni» condotta tra una corsia e l’altra – con in mano la lista della spesa – a contatto con le scintillanti montagne di merci della grande distribuzione, prende vita una riflessione narrativa capace di mostrarci da un’angolazione inedita uno dei teatri segreti del nostro vivere collettivo.
Regista, sceneggiatrice e attrice, Michela Cescon è una lettrice appassionata dell’opera di Ernaux. Insieme a Lorenzo Flabbi, storico traduttore di Ernaux per L’Orma Editore, ha curato la prima riduzione drammaturgica italiana di Guarda le luci, amore mio.
A interpretare lo spettacolo sono Valeria Solarino e Silvia Gallerano, due personalità carismatiche, due artiste dai percorsi e dalle carriere molto differenti, per la prima volta in scena assieme per dare voce e corpo a questo inedito viaggio nella quotidianità.
tratto dall’omonimo libro di Annie Ernaux
con Valeria Solarino, Silvia Gallerano
riduzione drammaturgica Lorenzo Flabbi, Michela Cescon
regia Michela Cescon
scene, luci, costumi Dario Gessati
produzione Teatro Stabile di Bolzano, Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale
in collaborazione con Teatro di Dioniso, Riccione Teatro e L’Orma Editore
LE INDIE DE QUA - Fede, potere e superstizione ai tempi del Concilio di Trento
1630. Frate Albertino, missionario domenicano di Padova, è inviato tra le montagne del Trentino, in una regione isolata dove sopravvivono credenze arcaiche e pratiche devozionali non allineate alla dottrina ufficiale. Il suo compito è chiaro: riportare l’ortodossia e smascherare eventuali eresie.
Tra villaggi avvolti nella nebbia e boschi fitti, il frate incontra comunità che parlano un dialetto misto di lombardo e tedesco, segno di una lunga stratificazione culturale. Durante le sue predicazioni emergono storie di stregoneria e guarigioni con erbe e preghiere proibite. La paura dell’Inquisizione è ovunque. Proprio in quegli anni, a Nogaredo, si svolgono alcuni dei processi per stregoneria più feroci della storia trentina.
Andrea Pennacchi porta in scena un racconto immerso in uno dei momenti chiave della storia europea: la Controriforma, figlia del Concilio di Trento. Con ironia, rigore storico e riflessione sociale, Le Indie de Qua esplora le contraddizioni di un’epoca in cui fede, potere e conoscenza si intrecciano.
Nell’epoca di frate Albertino, la Chiesa risponde alla Riforma protestante riaffermando con forza il controllo dottrinale. La religiosità popolare, un tempo fluida e condivisa, viene disciplinata rigidamente dall’alto. Le missioni non si dirigono solo oltre oceano, ma anche verso le “Indie di qua”: quelle terre europee ritenute ancora selvagge, come certe zone del Trentino, dove sopravvivono riti e pratiche religiose ibride, incompatibili con il nuovo dogma.
di e con Andrea Pennacchi
musiche originali eseguite dal vivo Giorgio Gobbo
testi Andrea Pennacchi e Marco D’Ambrosio (Makkox)
consulenza musicale di Carlo Carcano
produzione Teatro Stabile di Bolzano, Centro Servizi Culturali Santa Chiara Trento, Galapagos Produzioni
BUFFONI ALL’INFERNO
Profondità delle lande desolate dell’inferno. Un eterno giorno di torture strazianti. D’un tratto si leva un latrare sguaiato: sono i diavoli, in tumulto, alla ricerca del loro Re, il terribile Satana. Millemila anime sono giunte sulle rive dello Stige, vittime improvvise di una peste bubbonica, vaiolica, assassina e vigliacca. L’Ade è intasato. Minosse, impietoso giudice, fatica a esaminare tutte le colpe.
Le operazioni rallentano e Belzebù, con saggezza infernale, concede uno sconto di pena a tre buffoni: Zuan Polo, Domenico Tagliacalze e Pietro Gonnella. Tornano a fare ciò che in vita facevano meglio: intrattenere.
Lo spettacolo si ispira all’antica arte del buffone, l’intrattenitore per eccellenza, devoto allo sghignazzo. Da sempre i comici sono attratti e spaventati dall’inferno: l’Averno è la meta finale per chi osa tutto pur di strappare una risata. L’inferno e i suoi sulfurei carcerieri sono radicati nella tradizione popolare e nei racconti dei cantastorie. Racchiude il tragico e il grottesco, l’alto e il basso.
«Abbiamo provato a indagare, tra tardo Medioevo e Rinascimento, alcuni esempi di racconti infernali, libelli dal sentore mefitico» scrive Stivalaccio Teatro, compagnia che rinnova la commedia dell’arte con stile unico. «A narrare sono tre attori, anzi, buffoni: comici, reietti, pronti a tutto per portare il riso. Lo faranno con l’arte buffonesca, quella maestria quattrocentesca che diede vita alla grande tradizione dei comici dell’arte. Strambe figure, travestimenti grotteschi, cantari bislacchi e improvvisazioni».
con Matteo Cremon, Michele Mori, Stefano Rota
soggetto originale e regia Marco Zoppello
scenografia Matteo Pozzobon e Roberto Maria Macchi
costumi Lauretta Salvagnin
disegno luci Matteo Pozzobon
maschere e carabattole Stefano Perocco di Meduna e Tullia Dalle Carbonare
musiche originali Ilaria Fantin
calzature Aldo Biasibetti
assistente alla regia Alvise Romanzini
foto e video Serena Pea
scenografia realizzata nella bottega di Stivalaccio Teatro da Roberto Maria Macchi e Matteo Pozzobon con la consulenza artistica di Alberto Nonnato
realizzazione costumi Antonia Munaretti
produzione Stivalaccio Teatro
si ringraziano il Teatro Busnelli di Dueville e l’Accademia Olimpica di Vicenza
DONALD - Vita leggendaria di Donald Trump (A Bolzano)
Un uomo? O un dio? O un semidio? Nel 2015 Donald J. Trump annuncia la sua entrata nell’agone politico obbligando la stampa ad alzare gli occhi al cielo, per contemplarlo mentre scende su una scala mobile sulle note di un inno travolgente: l’apoteosi di un extra-umano chiamato a salvare moltitudini di terrestri plaudenti. Dopo i successi nei teatri di tutto il mondo con Lehman Trilogy e Manhattan Project, Stefano Massini torna a occuparsi di un’epica americana concentrandosi sull’irresistibile ascesa del miliardario newyorkese, fino alla sua prima elezione alla Casa Bianca. Ecco allora prendere forma sul palco la genesi incredibile di un leader che si è proiettato laddove nessun altro, riscrivendosi addosso le regole dell’economia, della finanza, della politica e perfino della civiltà. A soli quarant’anni già vegliava sull’umano consesso, dall’alto di un attico di 3000 metri quadri con vista su Manhattan da dove pianificava il suo regno di monarca assoluto, simbolo e incarnazione del potere. In un succedersi incalzante di colpi di scena, di incontri decisivi e di vertiginose montagne russe fra trionfi e bancarotte, Massini ripercorre la rocambolesca gimkana esistenziale di un uomo che si è trasformato in marchio commerciale, in icona, in brand, in testimonial del suo stesso successo e sponsor della propria scalata, sempre spingendosi oltre il limite e oltre il lecito, in una sfida instancabile che non ammette l’ipotesi della resa ma sempre e solo l’ebbrezza del rilancio. Si scopre allora che Donald è in fondo la personificazione del nostro tempo, di cui esprime il caos fra realtà e reality, fra fake e fiction, fra persona e personaggio. Ne nasce un racconto rivelatorio e per molti aspetti raggelante, che conferma il teatro nella sua missione antichissima di occhio critico sulla contemporaneità, di cui può cogliere ombre e abissi con la semplicità disarmante di una narrazione necessaria.
di e con Stefano Massini
produzione Teatro della Toscana - Teatro Nazionale
FUORI ABO
* Donald in vendita al prezzo esclusivo di 10€ per gli abbonati TSB
DONALD - Vita leggendaria di Donald Trump (A Bolzano)
Un uomo? O un dio? O un semidio? Nel 2015 Donald J. Trump annuncia la sua entrata nell’agone politico obbligando la stampa ad alzare gli occhi al cielo, per contemplarlo mentre scende su una scala mobile sulle note di un inno travolgente: l’apoteosi di un extra-umano chiamato a salvare moltitudini di terrestri plaudenti. Dopo i successi nei teatri di tutto il mondo con Lehman Trilogy e Manhattan Project, Stefano Massini torna a occuparsi di un’epica americana concentrandosi sull’irresistibile ascesa del miliardario newyorkese, fino alla sua prima elezione alla Casa Bianca. Ecco allora prendere forma sul palco la genesi incredibile di un leader che si è proiettato laddove nessun altro, riscrivendosi addosso le regole dell’economia, della finanza, della politica e perfino della civiltà. A soli quarant’anni già vegliava sull’umano consesso, dall’alto di un attico di 3000 metri quadri con vista su Manhattan da dove pianificava il suo regno di monarca assoluto, simbolo e incarnazione del potere. In un succedersi incalzante di colpi di scena, di incontri decisivi e di vertiginose montagne russe fra trionfi e bancarotte, Massini ripercorre la rocambolesca gimkana esistenziale di un uomo che si è trasformato in marchio commerciale, in icona, in brand, in testimonial del suo stesso successo e sponsor della propria scalata, sempre spingendosi oltre il limite e oltre il lecito, in una sfida instancabile che non ammette l’ipotesi della resa ma sempre e solo l’ebbrezza del rilancio. Si scopre allora che Donald è in fondo la personificazione del nostro tempo, di cui esprime il caos fra realtà e reality, fra fake e fiction, fra persona e personaggio. Ne nasce un racconto rivelatorio e per molti aspetti raggelante, che conferma il teatro nella sua missione antichissima di occhio critico sulla contemporaneità, di cui può cogliere ombre e abissi con la semplicità disarmante di una narrazione necessaria.
di e con Stefano Massini
produzione Teatro della Toscana - Teatro Nazionale
FUORI ABO
* Donald in vendita al prezzo esclusivo di 10€ per gli abbonati TSB
UNA BATTAGLIA DOPO L’ALTRA
Bob Ferguson è uno strava gante padre di mezza età. Capelli lunghi e baffo a manubrio, vive come un reduce di sé stesso, smarrito e in preda alle dipendenze. Sedici anni fa, però, era il faro della French 75, un pugno di rivoluzionari americani uniti da ideali libertari. Quando un vecchio rivale, il colonnello nazionalista Steven J. Lockjaw rapisce la sua unica figlia, è costretto a imbracciare di nuovo il fucile e radunare i vecchi compagni d’armi. Spalleggiato dall’intraprendente Perfidia, farà di tutto per ricongiungersi alla sua creatura.
Autore Paul Thomas Anderson
US 2025
Durata 165 Minuti
con Leonardo DiCaprio, Benicio Del Toro, Sean Penn, Regina Hall, Teyana Taylor
BEATA OSCENITÀ
"La gravità senza peso...quella speciale connessione tra melanconia e umorismo."
(Italo Calvino, Lezioni americane)
Beata Oscenità racconta l’incredibile vita di Giò di Panico, figura iconica del dopoguerra italiano. Nipote del gerarca fascista Achille Starace, Gioacchino "Giò" Stajano Starace, conte Briganti di Panico, fu tra i primi omosessuali dichiarati in Italia e uno dei primi uomini a diventare donna.
Giò è stato molto più di un pioniere identitario: attore, giornalista, scrittore, opinionista, modello, attore hard, musa di registi come Fellini, Steno e Dino Risi (si dice che fu lei a ispirare la famosa scena del bagno nella fontana). E, infine, suora laica presso le monache di Betania del Sacro Cuore. Una vita fuori dagli schemi, segnata da libertà, autodeterminazione e ironia.
Il monologo, diretto da Serena Sinigaglia, si snoda come un flusso di ricordi, visioni e immagini, con quella leggerezza profonda che Calvino attribuiva ai grandi. «Ridi e piangi seguendo le peripezie di Giò, così diversa e per questo così profondamente umana», riflette la regista. «Ho trovato questo testo affascinante e sono felice di portarlo in scena con l’attore giusto: Gianluca Ferrato.»
Come scrive Ferrato, interprete dello spettacolo, Beata Oscenità è il secondo capitolo di una trilogia sulla “diversità”, iniziata con Truman Capote – Questa cosa chiamata amore e idealmente conclusa con la storia del cantautore Umberto Bindi. Un progetto nato dalla penna sensibile di Massimo Sgorbani, che la vita ha sottratto troppo presto. Resta la sua scrittura, “di una bellezza da togliere il fiato”, da celebrare in scena con rispetto e gratitudine.
di Massimo Sgorbani
con Gianluca Ferrato
regia Serena Sinigaglia
scene Andrea Belli
luci e suono Roberta Faiolo
costumi Valeria Bettella
produzione Teatro Stabile di Bolzano
LE CITTÀ DI PIANURA
Carlobianchi e Doriano, due spiantati cinquantenni, hanno un’ossessione: andare a bere l’ultimo bicchiere. Una notte, vagando in mac china da un bar all’altro, si imbattono per caso in Giulio, un timido studente di architettura: l’incontro con questi due improbabili mentori trasformerà profondamente Giulio nel suo modo di vedere il mondo e l’amore, e di immaginare il futuro.
Un road movie nella sterminata pianura veneta che viaggia alla velocità con cui si smaltisce una sbronza.
“Profondamente locale e sorprendente- mente universale.” (La Repubblica)
Autore Francesco Sossai
IT/DE 2025
Durata 100 minuti
con Filippo Scotti, Sergio Romano, Pierpaolo Capovilla, Roberto Citran
OPERACCIA SATIRICA - Onora i padri e paga la psicologa
Un comico in terapia con la sua psicologa e i due fidi musicanti - che gli fanno da colonna sonora dal vivo sia nella vita che sul palco - confessa i suoi lati oscuri e onora il ricordo romanzato e l’eredità dei suoi maestri. Tutto davanti al suo pubblico.
Capocomico per eccellenza, Paolo Rossi spazia da quarant’anni dai club ai grandi palcoscenici, dal teatro tradizionale al cabaret, dalla televisione al tendone da circo: ovunque propone il suo personale modo di “fare spettacolo” che, pur immergendosi nelle tematiche dell’oggi, non prescinde mai dall’insegnamento dei classici antichi e moderni, da Shakespeare a Moliere a Brecht, alla amatissima Commedia dell’Arte.
In questa nuova versione dell’Operaccia satirica Rossi improvvisa il suo passato, per ricordarsi il suo e l’altrui presente. Con l’incasso pagherà la psicologa, oltre ad altri debiti per varie ed eventuali questioni in questi tempi difficili. «Le operacce satiriche sono creazioni stravaganti che nascono da diverse ispirazioni: la lettura dei grandi classici letterari che vengono trasformati in buffe composizioni, episodi “rubati” dalla vita vissuta e dal mio personale repertorio poi rielaborati e trasformati in poesie comiche che, grazie all’accompagnamento musicale, si tramutano in una canzonaccia popolare. Il linguaggio è scorretto, variegato, ricco di storpiature, parole e suggestioni strane, ma facilmente comprensibili per tutti. Rimangono fondamentalmente delle storie: noi ci sforziamo di raccontarle al meglio per combattere il senso di disorientamento e smarrimento che proviamo pensando a come è governato il mondo che viviamo. Cantando, ridendo, ballando e ridendo ancora, e sarà proprio così che ci ritroveremo».
di e con Paolo Rossi
con Caterina Gabanella
con i musicanti Emanuele Dell’Aquila, Alex Orciari
produzione AGIDI
durata: 120 minuti
DUSE
Figura centrale del teatro moderno, raggiunge fama internazio nale al punto da essere conosciuta semplicemente come “la Duse”, sviluppa un proprio stile fondato sull’immedesimazione e sull’es senzialità scenica, guadagnando uno status leggendario. Il film si concentra sugli ultimi anni di attività dell’attrice, quando, dopo la Prima Guerra Mondiale, l’Italia attraversa un periodo di instabilità politica e trasformazione sociale. Accompagnata da una giovane assi stente, affronta con determinazione nuove sfide artistiche e personali, riaffermando il teatro come spazio vitale e atto di resistenza.
Autore Pietro Marcello
IT/FR 2025
Durata 125 minuti
con Valeria Bruni Tedeschi, Fanni Wrochna, Noémie Merlant, Fausto Russo Alesi
LA VOCE DI HIND RAJAB (The Voice of Hind Rajab)
ARABO con sottotitoli in italiano
29 gennaio 2024. I volontari della Mezzaluna Rossa ricevono una chiamata d’emergenza: una bambina di sei anni, intrappolata in un’auto sotto il fuoco di una sparatoria a Gaza, implora di essere soccorsa.
In costante contatto con lei, aggrap pati alla sua voce disperata, faranno tutto il possibile per salvarla.
Film vincitore del Leone d’Argento - Gran Premio della Giuria alla Mostra del Cinema di Venezia e tratto da una sconcertante storia vera. I protagonisti in scena sono tutti interpretati da attori professionisti. Ma la voce che sentiamo al di là del telefono è la registrazione originale della voce di quella bambina. Il suo nome era Hind Rajab.
Autore Kaouther Ben Hania
TN/FR 2025
Durata 89 minuti
con Saja Kilani, Motaz Malhees, Clara Khoury, Amer Hlehel
TSCHAKA-LAKA
Markus Linder
Kabarettist, Moderator, Schauspieler, Blues Musiker
Seit Jahren Fixpunkt der „Blues Days“, fast schon ein Sterzinger.
Isodrom, Spinning Wheel, Tintenfisch, White Roots, Duo mit Jazz-Gitti, Incredible Southern, Blues Band, Markus Linder Band - dies nur einige seiner Stationen - kurzum: ein Vollblutmusiker.
Unzählige Kabarett-Programme, Pfarrer Anton „Little“ Prinz“ in der ORF-Serie „4 Frauen & 1 Todesfall“
Ausgezeichnet mit diversen Kunst-Preisen und Träger des Ehrenzeichens für Kunst und Kultur der Stadt Innsbruck
Am 18.10.2025 um 20.30 Uhr präsentiert Markus Linder im Kulturverein casArci Sankt-Margarethen-Straße 8 in Sterzing, sein aktuelles Musik-Comedy-Programm “TSCHAKA-LAKA – Die Sprache der Musik”.
Ticket: EUR 10,00.- für ARCI-Mitglieder EUR 25,00.- für Nicht-Mitglieder
Kartenreservierung: Siehe Formular unten
Markus Linder
Cabaretista, presentatore, attore, musicista blues
Da anni punto fermo dei “Blues Days” e quest'anno di „Color days“ ... praticamente uno di noi.
Isodrom, Spinning Wheel, Tintenfisch, White Roots, duo con Jazz-Gitti, Incredible Southern, Blues Band, Markus Linder Band - queste solo alcune delle sue tappe musicali - in breve: un musicista purosangue.
Innumerevoli spettacoli di cabaret, ha interpretato il parroco Anton “Little” Prinz nella serie televisiva austriaca “4 Frauen & 1 Todesfall (4 donne ed il cadavere)” Insignito di diversi premi artistici e titolare dell'onorificenza per l'arte e la cultura della città di Innsbruck
Il 18.10.2025 alle ore 20.30 in casARCI a Vipiteno in Via Santa Margherita 8, Markus Linder presenterà il suo nuovo spettacolo di musica e cabaret “TSCHAKA-LAKA - Die Sprache der Musik (Il linguaggio della musica)”. Lo spettacolo é in lingua tedesca.
Costo biglietto: 10,00 euro per i soci ARCI, 25,00 euro per i non soci
Prenotazione biglietti: Compila il modulo seguente
Kartenreservierung - Prenotazione biglietti
ELISA
Elisa, una ragazza di buona famiglia e’ in carcere da 10 anni per avere ucciso brutalmente la sorella. I suoi ricordi confusi si chiariscono nell’incontro con il criminologo Alaoui, che conduce uno studio sui delitti in famiglia. La verità che emerge per Elisa e’ sconvolgente. Un dolore che forse e’ l’inizio di una redenzione.
In concorso al Festival di Venezia 2025
di Leonardo Di Costanzo
IT/CH 2025
durata 107 minuti
con: Barbara Ronchi, Roschdy Zem, Diego Ribon, Valeria Golino
FINO ALLE MONTAGNE (Bergers)
La vita di un giovane pubblicitario cambia drasticamente da un giorno all’altro quando decide di trasferirsi in Provenza e diventare pastore dopo aver incrociato una donna, una ex impiegata che ha mollato tutto per prendere parte a un viaggio poco convenzionale.
“Una magnifica ode alla vita di montagna” (Le Parisien)
di Sophie Deraspe
FR/CA 2024
durata 114 minuti
con: Félix-Antoine Duval, Solène Rigot, Younes Boucif, Yamine Dib
OEDIPUS REX (A Bolzano)
Opera oratorio in due atto
TRASFERTA A BOLZANO
musiche Igor' Stravinskij
libretto Jean Cocteau da Sofocle
voce recitante Toni Servillo
con Orchestra Haydn di Bolzano e Trento
produzione Teatro Stabile di Bolzano, Fondazione Haydn di Bolzano e Trento
si ringrazia Agenzia Teatri
VERMIGLIO
In quattro stagioni la natura compie il suo ciclo. Una ragazza può farsi donna. Un ventre gonfiarsi e divenire creatura. Si può smarrire il cammino che portava sicuri a casa, si possono solcare mari verso terre sconosciute. In quattro stagioni si può morire e rinascere. Vermiglio racconta dell’ultimo anno della seconda guerra mondiale in una grande famiglia e di come, con l’arrivo di un soldato rifugiato, per un paradosso del destino essa perda la pace, nel momento stesso in cui il mondo ritrova la propria.
di Maura Delpero
IT/FR/BE 2024
durata 119 minuti
con: Tommaso Ragno, Giuseppe De Domenico, Roberta Rovelli
FUORI
Roma, 1980. La scrittrice Goliarda Sapienza finisce in carcere per aver rubato dei gioielli, ma l’incontro con alcune giovani detenute si rivela per lei un’esperienza di rinascita. Uscite di prigione, in una calda estate romana, le donne continuano a frequentarsi e Goliarda stringe un legame profondo con Roberta, delinquente abituale e attivista politica. Un rapporto che nessuno, fuori, può riuscire a comprendere ma grazie al quale Goliarda ritrova la gioia di vivere e la spinta a scrivere.
di Mario Martone
IT/FR 2025
durata 115 minuti
con: Valeria Golino, Matilda De Angelis, Elodie, Corrado Fortuna, Antonio Gerardi
LA TRAMA FENICIA (The Phoenician Scheme)
La storia del film La trama fenicia prende il via negli anni ’50, a bordo di un aereo privato che precipita in mezzo a un campo di grano. Ai comandi c’è Anatole “Zsazsa” Korda magnate internazionale del commercio, sopravvissuto a sei incidenti aerei, accusato di frodi, tangenti, traffici illegali e trattati diplomatici non ufficiali. Zsa-zsa è una figura larger-than-life: collezionista d’arte, amante della natura, imprenditore spregiudicato con una visione megalomane per la rinascita di una regione devastata del mondo, la cosiddetta Fenicia Indipendente.
di Wes Anderson
GB/US/DE 2025
durata 102 minuti
con: Scarlett Johansson, Tom Hanks, Rupert Friend,
Bill Murray, Benicio Del Toro
Presentazione "Diario del Capitano"
Sabato 20 alle 17.30 in casarci avremo il piacere di condividere il cammino di Andy Zanarotto che presenta il suo " Diario del Capitano". Un momento importantissimo per vivere insieme all' autore ( vipitenese doc) la sua esperienza drammatica fortissima è nello stesso tempo entusiasmante.
Al termine della presentazione resteremo tutti per goderci un po' di musica insieme con un DJ set e per un momento di convivialità ed inclusione. ANDY E NOI VI ASPETTIAMO TUTTI
NOVECENTO – ATTO II
Questo film di Bertolucci - una maratona complessiva di cinque ore - racconta la storia di tre generazioni, impegnata nella lotta di classe in Emilia, terra di forti contrasti e di robuste tradizioni, sullo sfondo di un secolo di politica italiana.
Il film viene presentato in due serate diverse: NOVECENTO - Atto I il 15 maggio e NOVECENTO - Atto II il 23 maggio. Le due parti possono anche essere viste indipendentemente tra di loro; esse sono in sè due film a sè stanti.
IT/FR/DE 1976
Bernardo Bertolucci
durata 162 minuti
con: Burt Lancaster, Robert De Niro, Donald Sutherland, Laura Betti
IL MIO GIARDINO PERSIANO (My Favourite Cake - Keyke mahboobe man)
Vedova da una trentina d’anni, la settantenne Mahin non ha mai voluto risposarsi e da quando la figlia è partita per l’estero vive sola a Teheran nella sua grande casa con giardino. Stanca della solitudine, dopo un pranzo con le amiche che l’ha spinta a cercare la compagnia di un uomo, Mahin avvicina l’anziano tassista Faramarz, ex soldato anche lui destinato a restare solo, e con gentilezza lo invita da lei per passare una serata insieme. L’incontro ina- spettato si trasformerà per entrambi in qualcosa d’indimenticabile.
IR/FR/SE/DE 2024
Maryam Moghaddam, Behtash Sanaeeha
durata 97 minuti
con: Lily Farhadpour, Esmail Mehrabi
Revensch (ITA)
Revensch è la brillante band della sassofonista e cantante altoatesina Helga Plankensteiner, affiancata dal pianista Michael Lösch. Il gruppo propone una fusione originale di generi come klezmer, groove balcanici, dixieland, funk e chanson francesi degli anni ’20, tutti rielaborati con arrangiamenti personali e grande energia. Il repertorio include brani celebri come Moritat di Brecht/Weill, Smile di Charlie Chaplin e canzoni rese celebri da Marlene Dietrich, oltre a composizioni originali. Revensch si è esibito in numerosi festival tra le Alpi e il Mediterraneo, tra cui DolomitiSkiJazz, Südtirol Jazzfestival, Garda Jazz, Murszene Graz, Most & Jazz e Percfest Laigueglia.
Helga Plankensteiner ha studiato sassofono classico al Conservatorio di Innsbruck con Florian Bramböck e jazz a Trento, partecipando a masterclass con grandi nomi come Gary Bartz e Bobby Watson. Ha calcato palchi internazionali da Nizza a San Sebastian, suonando con artisti come Carla Bley, Uri Caine e Dusko Goykovich, e ha fatto parte di orchestre come la Torino Jazz Orchestra e la Dani Felber Big Band. Dirige l’ensemble Sweet Alps con solisti di rilievo come Gianluigi Trovesi e Gianluca Petrella.
Tra i suoi progetti attuali ci sono il gruppo femminile internazionale Fifth Side, El Porcino Organic con Mauro Ottolini, PLANKTON con Schriefl e Gschlößl, e un quintetto dedicato a Frida Kahlo. Nel 2009 è stata nominata tra i migliori 10 nuovi talenti da Musica Jazz. La sua musica si distingue per intensità e raffinatezza, celate dietro una leggerezza solo apparente.
Gigi Cifarelli Trio (ITA) feat. Walter Calloni e Yazan Greselin
Dagli anni ’80, Gigi Cifarelli si afferma come uno dei chitarristi più apprezzati della scena musicale italiana, collaborando con artisti del calibro di Mina, Renato Zero e Tullio De Piscopo. Amato dai giovani chitarristi, è eletto per cinque anni consecutivi “miglior chitarrista jazz e fusion” dalle riviste specializzate, entrando poi in un simbolico Olimpo fuori classifica.
Nel 1995 conquista la scena internazionale grazie al Festival “Les Nuits de la Guitare” in Francia, esibendosi accanto a leggende come Scofield, Lagrene e Thielemans. Torna più volte in Francia, anche come padrino del Festival di Sete, e riceve un’ora di speciale in TV. Nonostante il successo, rifiuta vincoli per seguire la sua libertà e la passione per il ciclismo.
Nel 2000 pubblica With the Eyes of a Child (BMG), successo di vendite e critica. Inizia una serie di concerti indimenticabili, tra cui quelli con Carl Anderson, e si afferma come artista dal tocco unico e dallo stile inconfondibile. Nel 2008 riceve il Premio Enriquez per la sua forza comunicativa e pubblica un live registrato alle “Scimmie” di Milano, con omaggi alla tradizione italiana.
Diventa volto italiano di marchi come Ibanez e MarkBass, che gli dedica un amplificatore “signature”. Tra i progetti recenti spiccano un omaggio a George Benson (con Dennis Chambers ed Eric Marienthal) e uno show con Ronnie Jones. Attivissimo nei festival e nei seminari, Cifarelli continua a ispirare, emozionare e unire generazioni sotto il segno della grande musica.
Ina Pross Quartet (ITA)
Direttamente dall’Alto Adige, Ina Pross è una cantante che sprigiona pura passione e vibrazioni rock’n’roll. Con una voce potente e uno stile inconfondibile, questa power woman domina la scena con un repertorio che spazia tra rock, blues, soul, rockabilly e perfino metal.
Il suo nuovo brano "Mighty Queen" è più di un semplice tormentone: è un inno alla forza femminile e alla libertà, un messaggio di empowerment che arriva dritto al cuore.
Tra cover travolgenti e brani originali, Ina coinvolge il pubblico con un’energia contagiosa e autentica. Ogni sua performance è una scarica di adrenalina, ma anche un invito a fermarsi, lasciarsi andare e ritrovare, attraverso la musica, un momento di leggerezza e ispirazione.
Per Ina, infatti, la musica non è solo arte, ma un mezzo per diffondere gioia e positività in un mondo spesso complicato. La sua missione è semplice e potente: regalare emozioni vere e, allo stesso tempo, lanciare messaggi importanti su indipendenza, forza interiore e voglia di vivere.
Che tu sia amante del rock classico o del blues più profondo, Ina Pross saprà conquistarti con la sua voce graffiante e il suo carisma sul palco.
Lasciati travolgere dal sound di Ina Pross – e preparati a rockeggiare!
Charlie Cinelli Roots Fruit (ITA)
Giancarlo nasce nel 1958 a Sarezzo, in Valtrompia (BS), e fin da giovane coltiva una grande passione per la musica, nonostante un inizio scolastico poco promettente. Cresciuto tra le melodie dei Pooh, Battisti e Celentano, si lascia conquistare dal rock, dal folk e poi dal jazz. Dalla bottega del barbiere ai primi gruppi con amici, si forma ascoltando James Taylor, Genesis, Jethro Tull e Miles Davis.
Inizia come chitarrista ma passa presto al basso, studiando contrabbasso al conservatorio. Dopo il servizio militare, entra nel gruppo che accompagna Iva Zanicchi e inizia una lunga avventura musicale in giro per l’Europa. Si stabilisce in Inghilterra dove suona in locali e formazioni di ogni genere, dal jazz al country, fino alle big band.
Torna in Italia, lavora come session player per RAI, Mediaset e artisti come Mina, Zucchero, Vanoni e Cocciante, e fonda il trio Charlie & the Cats, un progetto originale che unisce dialetto e inglese in chiave rock. Dal 1998 pubblica anche album da solista, alternando chitarra acustica, fisarmonica e mandolino.
Instancabile musicista, passa con naturalezza dal basso funk al folk dialettale, senza mai perdere il piacere di raccontare storie in musica.
“Se non capisci i testi in inglese ma li ascolti lo stesso… perché non farlo anche con quelli in dialetto?”
Giancarlo ti invita a farlo, con ironia e passione.
Buon ascolto!
NOVECENTO – ATTO I
Questo film di Bertolucci - una maratona complessiva di cinque ore - racconta la storia di tre generazioni, impegnata nella lotta di classe in Emilia, terra di forti contrasti e di robuste tradizioni, sullo sfondo di un secolo di politica italiana.
Il film viene presentato in due serate diverse: NOVECENTO - Atto I il 15 maggio e NOVECENTO - Atto II il 23 maggio. Le due parti possono anche essere viste indipendentemente tra di loro; esse sono in sè due film a sè stanti.
IT/FR/DE 1976
Bernardo Bertolucci
durata 162 minuti
con: Burt Lancaster, Robert De Niro, Donald Sutherland, Laura Betti
Incredible Southern Blues Band (AUT/ITA)
Dal 1989, i quattro raffinati bluesmen del Tirolo del Nord e del Sud celebrano ininterrottamente il loro elegante blues nella formazione originale. Questa collaborazione transfrontaliera comprende il cabarettista Markus Linder (tastiere, voce), Gianni Ghirardini (chitarra), Werner "Haifisch" Heidegger (basso, voce) e Roland Egger (batteria, voce solista). Insieme, costituiscono una delle più longeve blues band attive nella regione europea del Tirolo-Alto Adige-Trentino.
Formazione:
Gianni Ghirardini (chitarra)
Linder Markus (tastiere e voce)
Werner "Haifisch" Heidegger (basso)
Roland Egger (batteria e voce solista)
Life Train Blues (AUT)
Concerto Blues presso l´hotel al parco nord di Vipiteno.
Entrata gratuita.
Inizio ore 20:30
UN GIOCO SENZA AMORE
"Un gioco senza amore" è una storia come tante. Purtroppo. La storia di una coppia, di una famiglia, distrutta dal gioco d’azzardo patologico. Una dipendenza che annienta tutto ciò che trova sul suo cammino, a cui va tolta l’allure romanticamente decadente a cui la letteratura dei secoli passati ci ha reso avvezzi. Una spirale deforme e malata, che ricade con tutto il suo peso sulle spalle dei familiari del giocatore. Spesso, le spalle delle donne. La storia di una violenza e di un disamore. E, forse, di una rinascita.
Lo spettacolo si inserisce in un progetto di più ampio respiro. Oltre alla drammaturgia – scritta a quattro mani con il drammaturgo e regista Francesco Niccolini, l’autrice Alessandra Limetti ha pubblicato nel dicembre 2023, per la casa editrice Athesia, il libro “A perdere – Un gioco senza amore”, versione narrativa portata avanti parallelamente alla stesura drammaturgica, e da cui quest’ultima nasce. Per la ricerca si è avvalsa della consulenza scientifica del dott. Belletati, psicologo e psicoterapeuta, referente per il settore azzardo del centro Hands di Bolzano, che ha firmato la postfazione al volume, e della dott.ssa Clotilde Bellani, psicologa e psicoterapeuta.
di Alessandra Limetti e Francesco Niccolini
regia Francesco Niccolini
con Alessandra Limetti, Marta Marchi, Giovanna Rossi
luci Luca Predenz
produzione Teatro Stabile di Bolzano, Teatro Cristallo
in collaborazione con PASSO NORD, centro regionale residenze artistiche Trentino - Alto Adige/Südtirol
sostenuto dal MiC - Direzione Generale Spettacolo, Provincia Autonoma di Trento e Provincia Autonoma di Bolzano
durata: 100 minuti
Grinzato/Degasperi/Zeni (ITA)
Mothers Day Brunch
Brunch per la festa della mamma, con musica dal vivo, presso il Caffè Teatro
con: Grinzato - Degasperi - Zeni (ITA)
Ingresso libero
Donniele Graves (USA) Gospel Mass
Messa Gospel a Vipiteno con la straordinaria voce di DONNIELE GRAVES (USA) accompagngata da Raphael Wressing (AUT)
Un’esperienza unica di musica, fede e soul con la potente e carismatica voce di Donniele Graves, in arte Ms. Diva – vocalist, cantautrice e vocal coach americana dalla voce setosa e profonda.
“Singing is my salvation and music is my religion!”
Lasciati trasportare dalla sua energia, tra gospel, soul e vibrazioni che parlano al cuore.
Una messa diversa, intensa, da vivere con l’anima.
Ingresso libero
Raphael Wressnig & Soul Gift feat. Donniele Graves (USA)
Raphael Wressnig non è un semplice organista: è un virtuoso del leggendario Hammond B-3, che sfrutta appieno la potenza pirotecnica di questo strumento imponente. Con orgoglio, si fa portavoce di un sound che lui stesso definisce “soul & funk a forte presenza d’organo”, dove l’Hammond prende il posto del cantante, guida la melodia e si fonde con la batteria nella sezione ritmica. La sua musica nasce da una fervida immaginazione e mescola soul, funk, jazz e blues in modo coinvolgente. Questo stile unico gli ha valso attenzione internazionale e numerose candidature ai DownBeat Critics e Readers Polls come “Miglior organista dell’anno”.
Dal funk in stile New Orleans al soul e al rhythm & blues, il suono percussivo e grintoso dell’Hammond di Wressnig dà vita a una musica elettrizzante e dinamica. Il suo stile fonde tradizione e modernità: soul autentico e blues profondo si incontrano con un funk contemporaneo, offrendo un’esperienza d’ascolto originale. Con la sua band, Soul Gift, propone una visione fresca di generi classici, insieme a musicisti d’eccezione come il chitarrista Enrico Crivellaro, il batterista Eric Cisbani e spesso le voci potenti di Donniele Graves o Gisele Jackson.
Wressnig ha all’attivo circa 20 album, tra cui i live e dischi di spicco come Soul Gumbo, registrato a New Orleans con icone locali come Jon Cleary, George Porter Jr., Stanton Moore e Walter “Wolfman” Washington, e Chicken Burrito, realizzato con Alex Schultz e la leggenda del funk James Gadson.
Sul palco dei COLOR DAYS con la voce esplosiva di Donniele Graves, segue un assaggio dio cio che accadrá. Sicuramente da non perdere!
Sextet Quartet Diexie Band (ITA)
Sextet Quartet Dixie Band
La Sextet Quartet Dixie Band è un vivace ensemble composto da giovani musicisti trentini, uniti dalla passione comune per il jazz. Nato nel 1998, il gruppo ha rappresentato il nucleo originario da cui è poi sorta l’associazione FaRe Jazz. Il loro repertorio si ispira ai grandi classici del jazz degli anni ’20, attingendo ai brani più celebri del Dixieland e del New Orleans, riproposti con arrangiamenti ricercati e dal forte impatto scenico.
La band si esibisce nella formazione completa in concerto, ma grazie alla sua versatilità è in grado di adattarsi a performance itineranti, con organici che variano da 3 a 7 elementi. Oltre al jazz tradizionale americano, il repertorio si apre anche alla canzone italiana, con omaggi a G. D’Anzi, F. Buscaglione e G. Kramer. Non manca un programma natalizio, sempre in chiave dixieland, arricchito da simpatiche esibizioni in costume da Babbo Natale.
Nel corso degli anni, la Sextet Quartet Dixie Band ha calcato i palchi di importanti festival come il TanJazz di Tangeri (Marocco), il Garda Trentino Jazz Festival, il Valsugana Jazz Tour e numerose altre manifestazioni sia in Trentino che fuori regione.
Componenti:
David Andreatta – Clarinetto
Alessio Tasin – Tromba
Matteo Moser – Sax tenore
Demetrio Bonvecchio – Trombone
Lorenzo Tomaselli – Banjo
Marco Libardoni – Sax baritono
Thomas Samonati – Batteria